Tuesday, July 21, 2015

DASTRAfiles, Pianura Ex

Il Suolo Minacciato, 2009
Italia - 50'
Regia: Nicola Dall'Olio
Produzione: WWF e Legambiente di Parma

fonte: meteolive.leonardo.it

La valle del Po, uno dei più fertili tra i territori d'Europa, subisce dall'inizio degli anni novanta del secolo scorso la pressione di un'urbanizzazione sterile che avanza, nella sola provincia di Parma, di oltre un ettaro al giorno. Come una terra invasa dal cemento potrà in futuro dare nutrimento a popolazioni date in aumento è uno dei quesiti di cui intende dare ragioni Il Suolo Minacciato, documentario del 2009 di Nicola Dall'Olio.

Già Alexis Marant, con il suo film inchiesta del 2010 Planète à Vendre, aveva rivelato i particolari delle problematiche globali riferibili allo sfruttamento squilibrato del suolo agricolo a livello mondiale. In quella sua opera Marant descriveva le manovre occulte di specifici settori dell'industria agroalimentare e di intere Nazioni, rivolte all'acquisizione dei terreni coltivabili situati generalmente in paesi in via di sviluppo.

Il documentario di Dall'Olio aggiunge notizia secondo la quale anche l'Italia, in qualche modo, contribuisce al fenomeno dello sfruttamento delocalizzato dell'agricoltura quando, per esempio, cementifica i suoi campi intanto che acquista da multinazionali risorse come i mangimi, di dubbia qualità e provenienza. E questo è soltanto uno degli aspetti negativi che ne “Il Suolo Minacciato” ci vengono raccontati  con competenza da allevatori, agricoltori ed esperti di quei settori che da sempre danno lustro all'immagine dell'Italia nel mondo.
Alternando le riprese di vasti tratti delle pianure che fino a venti anni fa rappresentavano l'eccellenza delle produzioni alimentari e agricole nostrane ad interviste con personaggi di spicco in campo sociologico, climatologico e agroalimentare, il regista parmense affronta la crisi del sistema rurale padano portandolo a modello di una rinuncia programmatica del Bel Paese, che privilegia il ricorso alla speculazione edilizia e dimentica che è l'impegno sulla coltivazione della terra a nutrire le speranze per il futuro.

Tra gli esperti consultati nel corso del film, condividono le proprie competenze e il loro giudizio Carlo Petrini, fondatore dell'associazione internazionale Slow Food, Wolfgang Sachs, sociologo ed economista tedesco, Edoardo Salzano, urbanista e direttore di Eddyburg.it, Luca Mercalli, climatologo di vasta cultura che presiede la Società Meteorologica Italiana e dirige la rivista Nimbus, Paolo Pileri, ricercatore presso il Politecnico di Milano e direttore scientifico dell'Osservatorio Nazionale sui consumi di suolo (Oncs).
Tutti concordano nel tracciare i dettagli dello scenario inquietante che profetizzava nel 2009 le tragedie ambientali recenti, di Genova e delle Cinque Terre, del Piemonte, della Campania, della stessa Pianura Padana. Emblema di eventuali disastri ecologici e sociali a venire è una provincia di Parma sfigurata, trasformata da Food Valley quale era a Gru Valley (secondo le definizioni proposte dai protagonisti del mediometraggio). Qui, nei luoghi d'origine di salumi e formaggi unici al mondo, una urbanizzazione dilagante sta trasformando l'essenza stessa di questa regione, ridotta ormai a un cantiere dove la capannonizzazione (il neologismo azzeccato è di L. Mercalli), che ruba progressivamente spazio a campi e ad allevamenti, è espressione del “fenomeno assolutamente italiano che pesca nella torbidità degli interessi locali” senza tener conto dei diversi elementi di equilibrio nella gestione di un territorio.
Il suolo non è una risorsa rinnovabile, poichè la terra ha una dimensione finita che può diventare irrecuperabile quando la sua produttività viene sacrificata nel nome di guadagni facili e immediati; e la corsa improntata a speculazioni edilizie ed a interessi economici e finanziari che ha come conseguenza la riduzione delle aree agricole prelude a contesti catastrofici. Soltanto recuperando l'amore per la terra, quella terra così com'è, quella terra lavorata dal verme che la rende permeabile, quella terra elemento del ciclo di cui l'uomo stesso è parte, sarà possibile ritrovare la coscienza di quanto essa sia un bene prezioso, unica condizione per proteggerla e conservarla al domani nella sua integrità.

PS: il paradosso ultimo è il giardino/orto verticale, inaccessibile ai cani.

E' un articolo scritto da Pierangelo Cardìa (Hugo Beaumont, Dastra) originariamente pubblicato nella sua interezza su fonte.

Video integrale:


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